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Il peperoncino: non solo moda

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Cosa c’è dietro al boom di attenzione e di consumatori del peperoncino piccante? Giovedì 16 aprile si è cercato di trovare una risposta durante il convegno dal titolo “Peperoncino: non solo moda” organizzato dall’Accademia dei Georgofili “Sezione Centro Ovest” presso l’aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa (Via del Borghetto, 80). Passione piccante – Tra le persone comuni non tutti sanno che il peperone dolce, di gran lunga il più coltivato, è derivato, per mutazione, dal peperone piccante detto “peperoncino”. Quest’ultimo – spiegano gli organizzatori – ha ottenuto però, negli ultimi venti anni, uno straordinario successo; il suo uso, un tempo limitato alla cucina di alcune regioni del Sud d’Italia, si è diffuso in tutta la penisola accompagnato da una sorta di “peperoncinomania”. La sua coltivazione, l’uso del suo frutto nei prodotti alimentari più diversi, l’impiego gastronomico crescente, hanno reso indispensabile un aggiornamento tecnico-scientifico, anche a seguito di alcune recenti scoperte che hanno segnato una vera e propria svolta. La più importante è probabilmente quella che è stata riportata sul numero di Nature del Gennaio 2014 e concernente l’avvenuta sequenza del genoma del peperoncino ad opera di un consorzio internazionale di ricercatori. In questa pubblicazione sono riportate molte informazioni che rappresentano contributi fondamentali all’avanzamento delle conoscenze: dal confronto genomico tra pomodoro e peperone, alle differenze comparate del processo di maturazione dei frutti. Un’altra area di ricerca che è esclusiva di questa specie ed ha avuto un eccezionale sviluppo negli ultimi anni è rappresentata dalla biochimica delle capsaicine. Se alle cose sopra riportate si aggiunge che di Capsicum oggi parlano frequentemente giornalisti, sociologi, persone dello spettacolo e della cultura, non potevamo non aggiornare studenti, ricercatori e cittadini su quanto accade intorno a questa pianta che, peraltro, trova in Pisa una delle collezioni, di specie e varietà, maggiori al mondo, quella di Massimo Biagi, ex-tecnico del settore orto-floricolo appartenente alla Facoltà di Agraria, oggi DiSAAA-a. Pertanto un doveroso ringraziamento va alla Sezione Centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili e all’Accademia Italiana del peperoncino che hanno reso possibile l’incontro di oggi. PROGRAMMA – Inizio (ore 15) con i saluti; presiede Filiberto Loreti. Interventi: “Peperoncino amore mio. La storia della spezia più amata nel mondo”, Enzo Monaco, presidente Accademia Italiana del Peperoncino; “Le varie specie di Capsicum”, Pasquale Tripodi, CRA-ORT(Sa); “Riflessioni di un coltivatore” Marco Carmazzi; “Il peperoncino, questo sconosciuto: utilità, eros e salute”, Bruno Amantea Università degli Studi Magna Grecia (Cz); “La mia cucina piccante”, Fabio Campoli, Circolo dei Buongustai, Roma; “Giro del mondo del peperoncino”, Eleonora Cozzella, L’Espresso Food&Wine. (Fonte: agenziaimpress.it) http://www.progettobalneari.com/public/newsletter-foto/20150417131942.jpg

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L’Azienda Agricola Carmazzi pratica la coltivazione biologica dal 1989 e ha ottenuto nel corso degli anni diverse prestigiose certificazioni di qualità.

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